“2008-2009 – cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri”
Garantire a tutti coloro che ne hanno bisogno l’accesso universale ai servizi di prevenzione, cura e supporto di qualità per l’HIV/AIDS entro il 2010: è l’obiettivo che la comunità internazionale, in particolare l’Italia e gli altri Paesi del G8 che l’hanno sottoscritto a Gleneagles nel 2005, si è prefissata per contrastare la pandemia. Si tratta del più chiaro e ambizioso obiettivo stabilito dal G8, su cui si gioca la credibilità dell’Italia che ospiterà il prossimo vertice degli Otto grandi nel 2009.
Per l’Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS l’accesso universale è una condizione imprescindibile per lo sviluppo, che rientra a pieno titolo nei diritti umani fondamentali. Al fine di promuovere in Italia un’adeguata conoscenza, informazione e consapevolezza della portata e dell’impatto della pandemia, l’Osservatorio realizza il progetto di educazione allo sviluppo Il contributo italiano, pubblico e privato, per l’azione globale contro l’AIDS , co-finanziato dal Ministero degli Affari Esteri
Secondo il più recente rapporto di UNAIDS, l’Agenzia delle Nazioni Unite per la lotta contro l’AIDS, nonostante alcuni piccoli progressi, la comunità internazionale sta perdendo la sua battaglia contro il virus.
Nell’ultimo quarto di secolo si sono contati oltre 65 milioni di infetti e ben 25 milioni di vittime. Senza un impegno maggiore il bilancio di perdite umane è destinato ad aumentare: a dicembre del 2007 le persone sieropositive nel mondo erano 33 milioni, di cui la metà donne; di questi 2,7 milioni erano i nuovi infetti. Quanto alla prevenzione, si calcola che nel 2007 il numero dei nuovi malati sia stato di 2,5 volte superiore a quello di coloro che hanno ricevuto le cure con gli antiretrovirali. Nonostante la copertura degli antiretrovirali sia aumentata del 42% rispetto al 2006, infatti, solo il 30% degli aventi bisogno nei Paesi in via di sviluppo ha avuto accesso alle cure.
Il 40% delle nuove infezioni colpisce i giovani, il 67% dei malati vive nell’Africa subsahariana e il 34% delle persone morte per AIDS nel mondo nel 2006 viveva in questa area. L’AIDS ha contribuito a creare 12 milioni di orfani nella regione, moltissimi dei quali sieropositivi a loro volta. Il 43% di tutti i bambini sieropositivi è concentrato nella sola Africa australe.
La diffusione dell’HIV/AIDS nell’ultimo ventennio ha ridotto l’aspettativa media di vita in Africa di 7 anni.
A causa della malattia i Paesi più colpiti hanno assistito in quindici anni a un deteriorarsi costante dell’indice di sviluppo umano.
Destinatari
Il progetto è destinato agli operatori delle ONG, ai volontari e ai rappresentanti di enti locali, alle aziende sanitarie, ai docenti universitari, ai ricercatori, ai rappresentanti di imprese e fondazioni e include collaborazioni con associazioni che si occupano in Italia della lotta contro l’AIDS
Attività
Nell’ambito del progetto, le ONG coinvolte organizzeranno otto seminari di sensibilizzazione e informazione in altrettante Regioni italiane che, partendo dall’esperienza diretta sul campo, serviranno ad approfondire alcuni temi cruciali come:
o la discriminazione sul lavoro e l’emarginazione delle persone sieropositive, la promozione di politiche a tutela dei diritti alla salute e alla cura da parte dei sindacati del settore pubblico nei Paesi in via di sviluppo
- l’accesso al test e alla consulenza volontaria e lo stigma
- l’impatto e l’efficacia degli assistenti nelle cure domiciliari in aree rurali
- stigma e comunicazione: come superare le diversità culturali
- l’accesso ai servizi di prevenzione, terapia, cura e supporto in Swaziland, uno dei Paesi a più elevata incidenza di HIV/AIDS
ONG aderenti al progetto
- COOPI
- AMREF
- CeLIM MI
- CESTAS
- COSPE
- COSV
- GVC
- INTERSOS
- ISCOS CISL
- LTM
- PROSVIL
- RICERCA E COOPERAZIONE