Intervista a Grazia Orsolato, Country Coordinator di Mmi in Kenya
a cura di Barbara Bonomi Romagnoli
Quali sono le principali attività che Mmi svolge al Centro per la Salute “Kayole1”?
Mmi è in Kenya dal 2017 con progetti promossi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) e tramite l’iniziativa sinergica con il “Global Fund”.
In particolare, Mmi ha fino ad ora basato il suo operato su interventi incentrati sulla salute di base comunitaria, prevenzione, salute materno infantile e lotta alla diffusione dell’Hiv tra adolescenti, giovani adulti e mamma-bambino. Mmi partecipa attivamente anche a diverse iniziative socio-sanitarie condivise con altre Organizzazioni della Società Civile (Osc) italiane, Community Based Organizations (Cbo) locali e stakeholders quali il Ministero della salute della Contea e delle Sub-Contee di Nairobi per garantire interventi sostenibili con ricadute sia immediate che a medio termine. Negli insediamenti informali di Nairobi (slums) Mmi si occupa di prevenzione, test e counselling per l’Hiv, supporto psicosociale e follow-up ai Centri di Salute pubblica di persone (soprattutto giovani) che vivono con Hiv o anche con disabilità. Mmi identifica in ogni area di intervento agenti socio-sanitari (Community Health Volunteers – CHVs) che dopo aver seguito un’adeguata formazione sul tema inerente al progetto da realizzare, lavorano a stretto contatto con le comunità di riferimento per riferire i casi ai Centri di salute, ma soprattutto per coinvolgere e sensibilizzare la popolazione giovane e adulta su argomenti importanti relazionati alla loro salute quali salute riproduttiva, family planning, Hiv testing and counselling, disabilità, discriminazione e stigma, aderenza al trattamento.
Nel Centro di salute pubblica di Kayole 1 Mmi ha fatto tutti questi interventi grazie ad un progetto promosso da Aics sulla riabilitazione di base comunitaria (Community Based rehabilitation) chiamato “You will never walk alone” e ad un progetto Global Fund “Be Free! Integration among community and health system for a youth population free from HIV and stigma”. In particolare, per “You will never walk alone” nel solo Kayole 1 sono stati formati 10 CHVs e più di 20 membri del personale sanitario sulla prevenzione e diagnosi precoce delle diverse forme di disabilità promuovendo sia le cure pre e post natali alle donne in gravidanza sia alle mamme per rafforzare il sistema di riferimento comunità-centro di salute e i suoi servizi.
Per il progetto “Be Free!” Mmi, collaborando con Wofak (Women Fighting HIV/Aids in Kenya), ha contribuito al recruitment di Counsellors dell’aderenza ai trattamenti Hiv per seguire i giovani legati a Kayole 1 e recuperare quelli persi lungo il percorso dell’aderenza. Grazie ai due progetti è stato altresì possibile implementare misure volte a migliorare l’accesso al centro di Kayole 1: per le persone con disabilità il centro è stato dotato di rampe, idonei servizi igienici e letti appositamente attrezzati; per garantire l’accesso e l’inclusione di giovani che vivono con l’Hiv sono stati creati spazi “youth friendly” con sedie, tavoli, materiale informativo. Al momento a Kayole 1 Mmi è in fase di avvio anche di un altro progetto – cofinanziato da Aics tramite lo strumento delle “iniziative sinergiche” con il Global Fund – dal titolo “Born to be Healthy” per la prevenzione ed eliminazione della trasmissione dell’Hiv da madre a figlio.
Quanto è importante la formazione del personale locale?
Per Mmi la formazione del personale sanitario e degli agenti socio-sanitari (CHVs) locali è fondamentale e sempre prevista in ogni progetto che si implementa. Non sempre il governo del Kenya è in grado di supportare formazioni, momenti di aggiornamento o di educazione medica continua (Continuing Medical Education). Proprio per questo, prima di dare avvio ad un progetto con specifiche tematiche (lotta alla diffusione dell’HIV, prevenzione ed eliminazione della trasmissione verticale materno-infantile, disabilità, rafforzamento del sistema di riferimento, ecc.) Mmi – in piena collaborazione con il Ministro della Salute e i suoi diversi rappresentanti ed emanazioni – organizza giornate e sessioni specifiche di formazione ed approfondimento. In questo modo, sia il personale sanitario presente nelle strutture sanitarie sia gli operatori socio-sanitari (CHVs) che fanno da tramite tra comunità e centri di salute hanno le nozioni e le informazioni corrette ed aggiornate.
Da un punto di vista culturale quali sono le maggiori differenze nell’approccio medico?
Di formazione non sono medica e quindi faccio fatica a dare una risposta da un punto di vista professionale, ma di sicuro da quando mi occupo di coordinare e supervisionare le attività dei progetti in questo settore, ho la percezione che l’approccio di un’infermiera/e, di un Clinical Officer o di un responsabile delle strutture sanitarie è un approccio “dedicato” e sensibile, soprattutto su tematiche di salute materno infantile, di HIV e di aderenza al trattamento ARVs. Sono purtroppo tematiche molto molto importanti in questi contesti difficili e vulnerabili, quindi, vedere personale sanitario che si prende del tempo per spiegare attentamente l’importanza dell’usufruire dei servizi (quasi interamente gratuiti nelle strutture sanitarie di secondo, terzo e quarto livello dove lavoriamo) è d’impatto perché sensibilizzano varie e importanti fasce di età e sia maschi che femmine.
Che gioco ruolo il Fondo Globale nel sostegno a questi progetti?
Il Fondo Globale in Kenya credo che abbia un ruolo importante per tutte e tre le malattie infettive viste le molteplici aree endemiche e quindi le insorgenze delle malattie (per esempio costa del Kenya e zona del Lago Vittoria molto colpita da malaria e da Tbc spesso conseguenza di Hiv/Aids in aree urbane densamente popolate e/o zone di confine). Frequentemente i rappresentanti del Ministero di Salute si appoggiano a questi progetti per avere dati aggiornati e reali delle specifiche situazioni, capire e valutare l’andamento delle aree di intervento. L’unica “pecca” che riscontriamo è data dall’impossibilità di andare incontro alle necessità di attrezzature dei diversi Centri di salute, in quanto per regole del Paese l’approvvigionamento delle attrezzature è possibile solo da parte dell’agenzia Kemsa (Kenya Medical Supplies Authority).